mercoledì 21 marzo 2012

C'è da chiedersi:

...come puoi iniziare una settimana, di qualsiasi genere,
se risenti ancora della stanchezza di quella precedente?

Volto tumefatto, respiro affannoso, voglia di respirare fumo e ruota di caffè: la mia ruota odierna dice 7;
sbadiglio, lacrime agli occhi, caldo, tanto caldo, e adesso freddo; brivido lungo la schiena; credo di pensare a voce alta e parlare con le persone solo nella mia mente...

...basterebbe dormire. Ora, su una tastiera, e svegliarsi quando è già buio e vedere il monitor, leggere il risultato di una battitura fatta con la faccia, ancora assonnata e con le lettere della tastiera incise a basso rilievo su di essa. Un testo di infiniti caratteri, sensa un senso nè una logica, comunque valorizzati da un sogno che prendeva forma, lì, a pochi centimetri...

Ad esempio...

...spiegami, cos'è che ci unisce? Forse un numero di cellulare, forse una videochiamata su Skype,  che diventa una conversazione univoca composta da soli "mi vedi?"  o "mi senti?"...cosa ci unisce? Una fottuta telefonata di 5/6 minuti abbondanti a cavallo tra la pausa pranzo e la sigaretta dopo il caffè? Una cena fuori orario in un dimenticato sabato qualunque? Un brindisi tra una Vodka e uno Jegeirmeister?

No cara. Niente di tutto questo.

Il fatto che quando cammini davanti a me, sogno di possederti sul lampione, quella minigonna, quella che guardo in continuazione sperando in un accavallamento sbagliato di gambe, quella scollatura che, Cristo, non ci fossero state tutte quelle scimmie attorno, avrei voluto morirci dentro, affogato,  sudato...a quel punto, nella mia mente. le tue labbra erano solo la linea di demarcazione, l'anello di congiunzione tra te e le mie fantasie, quelle che il mio cervello genera nel momento in cui sento la tua voce.

Si, cara. Questo ci unisce.