giovedì 5 aprile 2012

Aneddoto. #Birra

Aneddoto: mi viene a trovare un amico. Non ci vediamo da mesi,
vogliamo commemorare il nostro ritrovo; una sola proposta, già accettata durante il comporsi della frase: Birra! Il nettare degli dèi. Mi sovviene alla mente una frase, del buon vecchio Benjamin Franklin:
Beer is proof that God loves us and wants us to be happy.”

Entriamo in un locale, un disco-pub, occorre consumare qualcosa
altrimenti i Gorilla non ti fanno uscire. Nel locale la luce è offuscata,
c'è la musica alta, la classica musica tamarra da pub. La cameriera è una ragazza sui 20, capelli ricci neri, occhi leggermenti tirati, credo a causa del buio, magra, troppo magra,
mi fa pensare: probabilmente tra un vassoio ed un altro, fa la sua sosta in bagno e si ficca due dita in gola per tirarsi su il morale. Poco male. Per quanto ci riguarda, dopo averci portato le birre, potrebbe anche spararsi una gang-bang...ma prima, cara, le nostre birre.


Ordiniamo due birre in bottiglia, due Corona's Extra, con fettina di Lime nella canna. Come Dio comanda.
La ragazza, ci guarda, starà pensando che siamo due sfigati; tutti hanno in mano il loro cocktail, il loro Invisibile, il loro Long Island, il loro cazzo di Mojito col fondo di ghiaccio tritato e zucchero di canna. In realtà voleva solo che pagassimo in anticipo. In tasca abbiamo pochi euro, sufficienti per una birra a testa: in due il contante ammonta a 15€ circa. Sufficienti, pensiamo. 


Sullo scontrino abbiamo cattive notizie: Dio ha aumentato il prezzo del suo nettare, la crisi sarà arrivata anche da Lui. Mettiamo le mani in tasca, tiriamo fuori la pecùnia. Io ho cinque euro accartocciati a mo' di caramella, e qualche centesimo di rame; il mio amico ha solo dieci euro. Siamo lontani circa ottanta cents dall'obiettivo.
Adesso sì, la ragazza, battendo il piede ci guarda come due sfigati. Noi guardiamo lei come una ladra.


Situazione: niente contante, impossibilità di uscire, birre già aperte. Ne sento il profumo. Sete.


Si è mai visto? Si, evidentemente. Paghiamo con il bancomat. Beviamo la fottuta birra. Ogni sorso ha un valore conteggiabile. Circa quaranta cents. Io mi sparo due sigarette, una circa a metà Cerbeza e una subito dopo aver lasciato il vetro con la fettina di Lime sul bancone. "Usciamo" dice lui.


I Gorilla non hanno niente in contrario, sfido io, i due allocchi hanno consumato; usciamo mentre esibiamo il cartellino timbrato come un passeggiero esibisce l'abbonamento dell'autobus al controllore baffuto. Un cenno e siamo fuori. 


"Non è possibile". La birra più amara del mondo. Dove arriveremo? Non credo di parlare egoisticamente, dicendo che otto-maledetti-euro per una birra siano esagerati. Sono esagerati.
Qui finisce l'anneddoto. Nulla di logico, nulla di che. Vogliamo credere che sia un locale di eccezione. Se dovesse essere il nuovo prezzo della nostra bevanda, beh tanto vale iniziare a produrla domesticamente.
Altrimenti, Rivoluzione!

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